Care ragazze, cari ragazzi,
mentre percorro i corridoi vuoti e silenziosi della nostra scuola e seguo a distanza il lavoro dei vostri docenti, informandomi sulle vostre difficoltà nel seguire la didattica a distanza, cerco di abbinare nomi a volti, di focalizzare i vostri posti nell’aula, di ricostruire episodi, di ricordare il vostro sguardo. Pochi mesi trascorsi insieme eppure ho avuto tante occasioni di parlare con voi, di ascoltarvi, di cercare di indovinare dietro le vostre piccole ribellioni, lo sguardo dell’adulto che potete diventare. Ho visto in ognuno di voi una luce che promette traguardi positivi; ho intuito il desiderio di collaborare, di trovare un punto di incontro per costruire qualcosa. Ho avvertito una sete profonda di giustizia, coerenza, solidarietà. È a quella sete e a quel desiderio che mi appello: non è il momento della ribellione, non è il momento di esorcizzare la paura trasgredendo. Ora è il momento della responsabilità, della maturità, della collaborazione, della solidarietà. È il momento di dimostrare il vostro senso civico. RESTATE A CASA. Usate questo tempo dilatato, lento, morbido per immaginare cosa potrete diventare, per acquistare parole e con esse pensieri; per capire cosa davvero desiderate; per ascoltarvi e per ascoltare. Per fermarvi ad osservare. Voglio tornare al più presto a scrutare nei vostri occhi il futuro radioso che dobbiamo costruire.
Con affetto.

La vostra Preside.